La nobilissima Guarcino sorge lungo la strada Sublacense nell’alta valle del fiume Cosa. Il centro storico è sorprendentemente caratterizzato da un’architettura medievale potente e raffinata, riconducibile ai secoli XIII-XV: case-torri, profferli, case-bastione e con portici, botteghe alla romana con il banco di vendita in pietra e palazzi signorili denotano un castello ricco, noto per essere stato anche la città natale di Emilia Patrasso, madre di papa Bonifacio VIII. Di aspetto settecentesco sono oggi la Collegiata di San Nicola e la parrocchiale di San Michele Arcangelo. Fuori dal paese l’eremo del Santo patrono Agnello e il monastero di San Luca sorgono tra le faggete e le freschissime sorgenti di acqua minerale, un tempo incanalata verso le cartiere e ad oggi imbottigliata nei due brand Filette e San Luca che, insieme agli amaretti e al prosciutto di Guarcino, richiedono un assaggio irrinunciabile. Poi per gli amanti degli sport invernali e outdoor il territorio guarcinese offre esperienze multiformi a Campo Catino, tra le più antiche stazioni sciistiche dell’Appennino a quasi 1800 m. Lungo la strada che avvolge la montagna dal paese fino alla conca, prima e dopo l’Osservatorio Astronomico, si estende un paesaggio bellissimo e la natura impressiona l’anima nelle diverse stagioni, dialogando l’arte: dall’altopiano concavo quattro percorsi da trekking, bike e sci da fondo portano infatti a quattro istallazioni d’arte, frutto della personale ricerca di Massimiliano Floridi e dedicate alla terra, all’acqua, all’aria e al fuoco: il Caccia-foglie, il Caccia-neve, il Caccia-vento e il Caccia-luce.
Federica Romiti